Sara Marcucci

Ho 36 anni, sono mamma e, come praticamente tutti sapete, volontaria Caritas, impegnata anche da tempo nell’organizzazione di attività formativo-ricreative per bambini e ragazzi. Prima di diventare mamma ho lavorato nel settore della cooperazione sociale entrando in contatto con diverse realtà: tutoraggio scolastico per DSA e BES, tutoraggio universitario per studenti disabili, inserimento al lavoro di fasce svantaggiate, carcere, immigrazione.
Lo spendersi per gli altri, in particolare per i più deboli, è sempre stato il cuore pulsante della mia vita perché credo fermamente in questo e perché, quando mi fermo a pensare a come sarebbe potuta essere altrimenti la mia vita, non mi viene in mente nient’altro se non quello che vivo oggi, nonostante le difficoltà.
Ritengo di essere una persona seria, affidabile e soprattutto animata da una grande passione e da una grande voglia di fare il bene per questa comunità a cui sono tanto legata; tutto ciò mi ha spinto a non tirarmi mai indietro e a mettermi sempre in gioco.
Oggi scelgo di candidarmi e di intraprendere una nuova importate sfida accanto a giovanni e a persone per cui nutro profondo rispetto e grande stima, perché la realtà in cui mi impegno quotidianamente da anni mi ha permesso di accostarmi a tante famiglie e di conoscere le vere esigenze di giovani, adulti e anziani, che abitano in questo paese, alla cui vita tengo fortemente e che, come cittadina, non posso ignorare. Una comunità è tale e ritrova il suo spirito e la sua forza nel momento in cui ognuno torna a farsi carico
dell’altro; nel momento in cui le povertà materiali o morali non diventano qualcosa da giudicare o condannare dall’esterno, ma un luogo di incontro da cui ripartire insieme; nel momento in cui i figli si imparano a riconoscere come i figli di tutti, nei confronti dei quali ognuno di noi ha grandi responsabilità per il loro presente e il loro futuro.
Giorno dopo giorno ho compreso, spesso con sofferenza ed amarezza, che la buona volontà e lo spirito di sacrificio e di carità non sono sufficienti per fronteggiare la precarietà e il disagio sociale, che non riguardano solo gli stranieri che vivono nella nostra comunità, ma possono riguardare anche la nostra famiglia, i nostri vicini di casa, i nostri figli o gli amici dei nostri figli. Oggi più che mai è necessario il sostegno di un’amministrazione capace di creare una rete che arrivi a toccare i punti più deboli della
comunità, per restituirne dignità e valore.
Posso assicurarvi che sarò presente e accogliente verso tutti perché tutti meritano almeno la stessa attenzione.
Ho nella testa e nel cuore tante proposte che, se me ne darete la possibilità, con la collaborazione di tutti, vorrei attuare attraverso strumenti migliori di quelli che sono riuscita a mettere in campo sino ad ora ma con lo stile che mi contraddistingue che è quello del servizio, della gratuità e del cercare sempre l’interesse dell’altro.

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